...In this great future, you can't forget your past...

domenica 30 ottobre 2011

October is ending

...e anche il mese di ottobre ormai è andato...
Gli allenamenti svolti e i chilometri fatti non sono stati pochi questo mese, nonostante fosse un mese tranquillo.
Ora una settimana di scarico per poi ripartire inoltrandoci nel mese di novembre che anticiperà il primo ritiro di dicembre ad Ancona.

E Formia?! Formia aspetterà, anzi... noi aspetteremo che Formia sia pronta: stanno rifacendo la pista esterna.

Mmmmh, cose nuove non ce ne sono a parte che ho ricominciato a lavorare con Joshua. E' pazzesco come lavora, come si sente il mio corpo mentre mi tratta e mi "manipola"... Pazzesco davvero!

Che altro aggiungere?! Per ora è tutto...
Buona domenica e buon ponte (a chi lo fa)... bye!bye!

domenica 23 ottobre 2011

Uno di noi


Fin da quanto ero bambina lo sport mi ha sempre affascinato. E anch'io, come tanti, seguivo il motociclismo. Ho sempre tifato per gli italiani, Valentino Rossi su tutti. Ma ultimamente, con la sua simpatia e la sua semplicità, mi aveva colpito Marco Simoncelli. L'avevo visto ospite al programma Victor Victoria e mi aveva fatto morire dalle risate. Sembrava un ragazzo sincero e esuberante. Non poteva non essere amico di Rossi.
Questa mattina, seguendo la MotoGp e alla notizia della sua scomparsa mi è gelato il sangue. Un velo di tristezza è calato nella mia anima: anche lui aveva un sogno a cui si è aggrappato sin da bambino. Quel sogno che vale una vita...

...e questa situazione mi ha fatto pensare molto. I nostri sport (atletica e motociclismo) non sono nemmeno lontanamente paragonabili tra loro ma le emozioni che si provano credo possano essere identiche; così come la determinazione che occorre per inseguire quel sogno che è nato con te e con la quale decidi di condividere una vita. Ciao Sic, il vuoto che hai lasciato sarà colmato con i tuoi bellissimi ricordi.

Ma tornando al mio blog... credo che presto ci saranno delle innovazioni e dei nuovi sviluppi. Prima però devo progettare il tutto, non è una cosa facile.

Leggendo sul sito della fidal l'avventura americana che 3 atleti italiani stanno per affrontare mi fa venir ancora più voglia di correre e di migliorare continuamente. Un giorno vorrei poter viaggiare per il mondo anch'io... Correndo su varie piste e allenandomi in posti diversi. Già questi mesi lontani da Formia si stanno facendo sentire... Non vedo l'ora di poterci tornare!!!

domenica 16 ottobre 2011

Time flies

Il tempo vola e un'altra settimana è passata.
In questi giorni appena trascorsi sono stata "testata" più volte.
Luogo: Centro di Medicina dello Sport di Bergamo.
Medico: Dott. Fabio Lorenzelli.
Ormai sono di casa anche lì e ogni anno, da quando mi alleno con Riccardo, ci torno e faccio la famosa VALUTAZIONE SOGLIA ANAEROBICA AL TREADMILL.
Questo test ha permesso a me e al mio allenatore di tener monitorati i miei cambiamenti, le mie evoluzioni, la mia crescita e soprattutto le mie caratteristiche.
Nel giro di 10 anni questo tipo di test l'ho eseguito 11 volte. L'ultimo però è stato molto positivo secondo i miei canoni: ora sto aspettando i risultati completi però la soglia si è migliorata, e di molto anche. Così come i valori antropometrici e i battiti cardiaci.
Ogni anno, dopo questi test una cosa non cambia mai e cioè il fatto che non sono una millecinquecentista! Yeah!!! E qui è la scienza che parla, è il corpo umano non altri tecnici o predicatori. Qui non si può discutere: non mi conviene fare i 1500, punto e basta. Al di là del fatto che a me proprio non piacciono, però di questa cosa sono contenta perchè così, anche volendo, non sarei adattabile alla distanza. Magari li protrei anche fare, ad un discreto livello, ma non eccellere. E non è nella mia filosofia...

Questa settimana ho anche svolto i test dei salti, sempre li al Centro di Medicina e sempre col Dott. Lorenzelli. Anche quelli hanno evidenziato i miei miglioramenti rispetto allo scorso anno.

Son proprio contenta di come sta iniziando questa preparazione, il tutto senza nemmeno aver caricato ed, essendo ancora in periodo introduttivo, direi che le basi sono molto buone.
Giovedì prossimo sarà la volta degli esami del sangue e poi dovrei essere a posto con il check-up.

Ora però vado a prepararmi, oggi giretto in fiera (di Desenzano al Serio) con la mia amica Stefy mentre penserò al moroso che starà facendo casino allo stadio della sua Atalanta.

P.S. non dovrei introdurre altri argomenti che non c'entrano con l'atletica ma, visto che questo blog è mio e parla di me è giusto far notare la mia fede calcistica e allora, per oggi pomeriggio: FORZA JUVE!

lunedì 10 ottobre 2011

L'atleta commenta le parole del suo allenatore

I giorni passano e ci siamo già adddentrati nel mese di ottobre. Ormai le giornate si stanno accorciando e il "caldo" autunnale sembra allontanarsi definitivamente.
Questa mattina vorrei leggere e commentare con voi l'ultimo articolo comparso sul sito dell' Easy Speed 2000, scirtto dal mio allenatore, Riccardo Longinari. (Qui trovate l'articolo completo).

LEGENDA:
in azzurro: commenti della Sere
in bianco: articolo di Riky

Lo scritto inizia con una frase che mi ha subito colpita: "Siamo ciò che facciamo ripetutamente. Pertanto, l’eccellenza non è un’azione, bensì un’abitudine Aristotele"

Inutile sottolineare che mi trovo in totale accordo con questo aforisma. Credo che per diventare un vero campione ci vogliano anni. Non basta una stagione e un paio d'anni ad alti livelli per essere considerato tale. Entrando nello specifico, per come vedo io questo mondo atletico, l'eccellenza si raggiunge mediante diversi step che richiedono OGNI giorno determinati comportamenti. E con comportamenti intendo quel modo di essere atleta sia in pista che fuori: durante gli allenamenti come durante tutta la giornata.
Ma continuiamo con la lettura:
"Un allenatore aggiornato dovrebbe essere colui che dispone di informazioni costantemente accresciute e migliorate nel tempo riguardo alla disciplina da lui insegnata. Questa operazione di aggiornamento viene fatta attraverso i seguenti canali d’informazione: • Navigando su internet • Consultando libri • Cercando tra gli assemblaggi multimediali...Dvd e Cd-Rom • Selezionando tra le varie riprese cinematografiche...Video • Spulciando nel settore...di riferimento...Riviste • Sentendo le varie esperienze durante...Convegni • Iscrivendosi ai vari corsi di...Formazione Federale"

Mi sembra una cosa normale. Lo fanno tutti: qualsiasi lavoratore dovrebbe essere aggiornato nel suo lavoro. Per poterlo fare al meglio.

"Come si sono sviluppate negli anni le capacità intellettuali degli allenatori? Qualunque cosa faccia un allenatore, prima deve farla con la sua mente, i cui macchinari sono costituiti dal suo cervello...se deve mettere in pratica la gestione della sua formazione tenendo in considerazione cosa vuol dire conoscenza e dove può andare a ricercarla su...internet, libri, dvd, cd- rom, riveste e video o durante corsi vari e convegni...deve farlo mediante un nuovo paradigma. I vecchi modi di vedere, credere e ragionare non potranno mai aiutarlo ad uscire da questa grande crisi culturale sportiva...il sistema educativo sportivo italiano funziona solo come sistema...cioè si preoccupa solo di installare nelle mente dei discenti quantità industriali di nozioni, senza preoccuparsi di come queste informazioni verranno selezionate e elaborate dai nostri futuri allenatori."

Cose che succedono anche nelle scuole. Mi ricordo che alle superiori i professori che avevano metodi tradizionali di insegnamento basati sulla solo apprendimento dettato dai libri di testo riscuotevano meno attenzione e quindi meno interesse e quindi le conseguenze erano inevitabili: noi ragazzi ci annoiavamo e lo studio diventava pesante. Così succedeva il contrario qualora di fronte a noi c'era un'insegnante "rivoluzionario", che insegnava le stesse identiche cose, ma in modo più schematico e con collegamenti facilmente memorizzabili. La situazione cambiava radicalmente. E credo che sia così anche nel campo dello sport e in questo caso dell'atletica, almeno per quanto mi riguarda. Allenarsi facendo sempre le stesse cose non è molto stimolante. Certto, certi lavori si devono fare anche per poter monitorare la condizione fisica ma non possiamo pensare di fare alla lettera gli stessi allenamenti che si facevano 50 anni fa. Per esempio, non mi salta nemmeno in testa di fare esattamente lo stesso lavoro che faceva la Dorio dei tempi d'oro. Si, prenderò spunto e magari farò qualcosa di simile, più adatto alle mie capacità e che abbia comunque le stesse finalità.

"La mente può fare solo quello che il cervello è attrezzato per fare, dunque è necessario che l’uomo scopra che tipo di cervello possiede prima di comprendere e cambiare il proprio comportamento... se durante i primi 20 anni di vita ha praticato solo attività sportiva di basso livello e i suoi studi sono stati indirizzati su materie che nulla hanno a vedere con la medicina sportiva...come è possibile pensare solo e sempre a percorsi formativi “full immersion”? La maggior parte degli allenatori fa altro nella vita per vivere, ma se vogliamo tutti allenare e crescere atleti professionisti dovremmo avere almeno tutti la stessa cultura di chi ha allenato o allena atleti al top...questo è e sarà il primo problema da risolvere!"

Problema non piccolo. Tu puoi essere l'atleta più bravo del mondo ma se chi ti segue non cammina al tuo stesso passo, sul tuo stesso livello, dubito che arriverete lontani.

"Ci vuole tempo per apprendere...questo è il secondo problema da risolvere...la legge della ripetizione è di importanza cruciale nella creazione di reti neurali...”Detto fatto” non ci porterà dove abbiamo bisogno di andare, è fisicamente impossibile collegare dei circuiti neurali in questo modo, sono necessari tempo e sforzo per compiere quei tipi di cambiamento neurologici e comportamentali che desideriamo. Dobbiamo pensare di usare il cervello in modi nuovi e dobbiamo iniziare ad assemblare nuovi pensieri con informazioni con cui non abbiamo mai fatto esperienza in precedenza...per fare questo ci vuole tempo e pazienza...ce l’abbiamo?"

Questo paragrafo lo commento con un altro aforisma che fa parte della filosofia dell' Easy Speed 2000: "Avremo tempo a sufficienza se solo lo useremo nel modo giusto." E qui ho detto tutto.

Continuiamo: "Questo nuovo paradigma per vivere e nutrirsi culturalmente deve prendere coscienza che prima di varcare la soglia di un campo d’atletica, di una palestra o di un semplice spazio d’allenamento, ci si deve informare prima sulla tipologia degli allievi-atleti che si andranno ad incontrare ed allenare, e solo dopo si prepareranno i contenuti da trasmettere, corredati degli strumenti più adeguati per comunicarli, con un linguaggio idoneo al livello e alla cultura generale e specifica degli allievi- atleti."

Cosa che accade raramente sulle piste. In genere un allenatore ha il suo metodo STANDARD che gli permette di valutare, secondo lui, le capacità dell'allievo. Se avessi dovuto seguire i consigli degli allenatori che seguono questo metodo a quest'ora sarei in procinto di preparare una maratona visto che dovevo diventare una fondista pura.

"Chi va sul campo ad allenare? Prendendo in esame chi va sul campo ad allenare si entra in contatto con una pluralità di operatori, a cui teorie e prassi attribuiscono denominazioni diverse...coach, tecnico specialista, tecnico personale, istruttore giovanile, semplice appassionato, genitore-allenatore, marito-allenatore, ect. Fare una ricerca vera per reperire definizioni precise rispetto a ciascuna di queste figure di formatore-educatore è pressoché impossibile...nella realtà però conta solo l’atleta ed il suo livello di risultati, i quali stravolgono sempre e comunque qualsiasi livello di conoscenza o gerarchia. In tutti i corsi di formazione si pensa sempre al campo d’allenamento come ad un’aula...cioè un luogo fisico...ma se non proviamo a costruire il nuovo paradigma pensando ad una grande aula virtuale dove tutti gli operatori sportivi che poco o tanto si devono occupare di formazione possono informarsi, interagire e scambiarsi opinioni in tempo reale...avremo sempre e solo una cultura scadente e poco reale...un’informazione sbagliata o in ritardo danneggia sempre e solo per primo l’atleta...ed in seconda battuta i risultati.

Di fronte ad una tale pluralità di figure e di ruoli dobbiamo porci per primo il problema di come dovrebbe essere selezionato il sapere da trasmettere, cercando di fondere le moderne intuizioni scientifiche con l’antica saggezza...cercando poi di riportare il pensiero scientifico così come è stato costruito e come si è evoluto nel tempo, senza omettere né chi ha avuto il merito di costruirlo e nè di chi nel tempo si è preso l’onere di implementarlo di nuovi studi ed esperienze personali."

In questi miei 21 anni ho constatato che i tuttofare non arrivano molto lontano. Soprattutto se devono insegnare qualcosa.

"Come riprogrammare la cultura sportiva: vademecum-guida della lettura sportiva? • Il nuovo paradigma formativo deve prevedere in un modo semplice e pratico come un operatore sportivo possa prendere visione, nel momento in cui legge, della cosa più utile per lui. • Qual' è il filo logico che collega le varie teorie dell’allenamento mettendo a confronto le linee guida che hanno contraddistinto i vari cicli sportivi negli anni. • Come potersi autovalutare e cioè capire che tipo di operatore sportivo sei? • Come dovrà essere vissuto il nuovo rapporto con il luogo d’allenamento e come organizzare la gestione del campo d’allenamento. • Come utilizzare al meglio gli strumenti e gli attrezzi a disposizione.
Come fare una formazione a distanza.

Cablati per natura...occupandomi nelle vita reale di velocità e mezzofondo veloce ho fatto un passo indietro a quello che sono i miei pensieri e le mie esperienze e ho fatto un viaggio virtuale nel nostro mondo per capire come vengono distribuite le informazioni e che possibilità ha un futuro allenatore di aggiornarsi in tempo reale.

In più di un libro dedicato ai nuovi studi sulla neuroscienza (editi tra il 2008-2010), alcuni capitoli vengono preceduti dalla seguente affermazione: nel 2011 il più semplice scolaro ha famigliarità con verità per cui Archimede avrebbe sacrificato la vita!...però nessuno pensa che Archimede sia uno stupido!

Il mio percorso virtuale è stato fatto simulando una sorta di riprogrammazione culturale personale:
Il primo passo è stato quello di entrare nel sito www.fidal.it
Il secondo passo cliccare su Centro Studi
Il terzo, di andare sulla home page dell’Atletica Shop, poi sul servizio di vendita on-line, e
la cosa che subito mi è rimbalzata all’occhio, sulla parte destra del monitor è una classifica dei libri più venduti...ad una prima lettura si evince che i libri per gli istruttori sono andati a ruba: perchè?
Faccio questa semplice constatazione...la nostra associazione sportiva e le tre società con cui collaboriamo hanno un totale di circa 300 iscritti, tra questi 300 iscritti 50 fanno attività agonista, dei 50 agonisti solo 3 in modo professionale e solo 10 in modo serio associato a percorsi di studio. Questo è un primo esempio di supermarket dell’informazione (gli allenatori comprano secondo necessità)...100 iscritti dei 300 totali non raggiunge il 10° anno di vita...io ho trovato poche informazioni sulle attività che deve svolgere un educatore per quella fascia...i libri di Paissan sui bambini delle scuole elementari sono belli, ma se l’educatore non ha a disposizione impianti ed attrezzature descritte nel libro, cosa può fare in alternativa?...dei 12 istruttori di primo livello che ruotano attorno alla nostra associazione, nessuno ha potuto ascoltare una lezione indirizzata ai bambini durante i vari corsi! Parlare di allenamento è una cosa, ma parlare di attività motorie nell’infanzia indirizzate al miglioramento dei neuroni motori e sensitivi è tutto un’altra cosa...cari colleghi questo è un danno grave fatto non solo per le future promesse atletiche, ma anche alle generazioni future che non faranno atletica...in questo modo l’apprendimento dei nostri bambini non avverrà nella direzione giusta: la maturazione del cervello non comprenderà l’assottigliamento della materia grigia con attivazione di nuovi circuiti neurali...ci sarà solo eliminazione di materia grigia non utilizzata in età evolutiva!
Questo concetto veniva riportato in un libro edito nel 1986 dalla Sperling & Kupter dal titolo “SPORT”...gli autori erano due studiosi americani Robert Arnot e Charles Gaines!!!"

E qui ci si dovrebbe fermare a riflettere............................


Riccardo poi scrive così: "In questo mio viaggio virtuale, la fortuna mi è stata amica...nei top ten trovo due manuali che riguardano sia la velocità e sia il mezzofondo veloce...però ad una successiva attenta valutazione il mio entusiasmo si placa, volevo comparare i due testi per capire cosa era meglio per me e per i miei atleti...ma la comparazione tra questi due testi non è possibile!...Il libro scritto dal prof. Vittori non ha nè capitoli e nè bibliografia: perchè?

Sono anni che dobbiamo costruire il ponte tra la teoria e la pratica...ma per fare questo non ci si può sedere comodamente su una poltrona di un bell’ufficio e leggere solo quello che fa comodo al proprio business...bisogna calpestare il tartan, bisogna calpestare l’erba, la sabbia o il parquet e queste cose vanno fatte in compagnia di studiosi che vengono sul campo a capire, vedere e dare la possibilità agli allenatori di rinfrancarsi del loro sapere...ora è arrivato il momento di risvegliare culturalmente l’ambiente...speriamo che questo ponte non faccia la fine di quello sullo stretto di Messina!
Come potrei nel mio viaggio virtuale collegare il ponte tra teoria e pratica comparando i due libri? Ai miei occhi sfogliando i due manuali rimangono impresse queste due cose:


Presentazione del Presidente Federale Gianni Gola
Dopo il volume sulla pratica dell’allenamento destinato ai ragazzi dai 12 ai 19 anni, il prof. Carlo Vittori torna con questo testo alla materia su cui si è maggiormente applicato dal punto di vista teorico e pratico: la preparazione degli atleti di alto livello. Qui siamo veramente in presenza di un testo che non è esagerato definire “classico” della bibliografia sportiva italiana e internazionale.
L’unica comparazione tra i due libri che si possa intentare è sugli atleti d’ élite o atleti evoluti.

Tutti noi allenatori con i nostri atleti evoluti o d’ élite cerchiamo di assemblare le informazioni culturali più aggiornate...tutti siamo attenti a quello che viene detto dal campione del momento sui suoi allenamenti...tutti noi tramite i nostri atleti cerchiamo di attivarci per capire cosa e come si sta allenando tizio o caio...poi però al mattino presto o alla sera tardi, nel silenzio più assoluto ed in perfetta solitudine, siamo alle prese con la stesura del nostro planning quotidiano-mensile-annuale ...quando il dubbio assale la nostra mente cosa potremmo mai fare?...in quel preciso istante si può dare solo fondo a tutte le informazioni contenute nella nostra memoria permanente e ricercarne altre, per poi confrontarle e verosimilmente assemblare al meglio sperando che la neuroplasticità del nostro cervello non ci giochi contro!
Se il mio dubbio è relativo alla stesura di un programma per la velocità...la cosa mi crea meno problemi...perchè il metodo costruito negli anni dalla scuola italiana, giusto o sbagliato è un metodo, un metodo ha un inizio ed una fine, ti fa vedere una sequenza di come sei e te la proietta nel tempo dandoti la possibilità di vedere la tua evoluzione e te la fa comparare con gli altri...da qualunque parte tu la guardi, trovi la cartina al tornasole per una valutazione o un’autovalutazione.
Il libro di Vittori “L’allenamento delle specialità di corsa veloce per atleti d’élite” edito nel 2003, mi è di facile comprensione, il prof. Vittori è stato il mio mentore-maestro e quindi per me è facile districarmi nella mia memoria permanente. In aggiunta ad esso tutti i responsabili di settore con cui sono venuto a contatto in ordine cronologico: Bongiorni, Preatoni, Di Mulo, La Guardia, Di Mulo...sono tutti cresciuti partendo da un pensiero comune al mio...la loro proposta programmatica annuale viaggiava su una falsariga a me nota e i loro preziosi consigli personali allegati mi sono sempre stati di valido aiuto...e tutte le volte che ho ricercato all’estero qualcosa di nuovo o di diverso...avendo una base fissa da cui partire, è stato facile selezionare la nuova informazione e i tentativi da fare con la nuova via, avendo come cartina al tornasole la vecchia via per orientarmi, che mi ha permesso sempre e comunque di non perdere mai la bussola ogni volta che ho incontrato il bivio che mi sussurrava a livello subliminale... e ora da che parte vai?
Gli unici miei problemi veri sono stati con il responsabile della velocità del settore giovanile della Fidal Lombardia e con il fiduciario provinciale di Bergamo...i loro approcci alle problematiche legate alla velocità erano diverse da quelle del prof. Vittori e di tutti i vari responsabili di settore che si sono succeduti...spesso mi sono trovato, nel gruppo che allenavo, un atleta adulto (seniores) per il quale mi dovevo interfacciare con il settore tecnico nazionale e alcuni giovani di cui uno era convocato nei raduni interregionali (juniores) ed un altro nel raduno regionale (cadetto)...3 atleti diversi, 3 allenatori-selezionatori diversi, 3 raduni diversi, 3 input diversi!...è chiaro come il sole che l’input dell’atleta adulto la faceva da padrone dentro il mio gruppo...non per una mia presa di posizione, ma per la palese mancanza di comunicazione dell’organizzazione Fidal tra il centro e la periferia e della caratura del tecnico nazionale... questo è stato il vero problema (e non le diatribe personali)...e soprattutto operando in questo modo non si è fatto cultura sportiva!


Questa bella slide è stata proiettata dal prof. Uguagliati alla convention di Ancona 2008, credo che ogni commento sarebbe superfluo a quanto detto sopra...bastava solo che le persone preposte al controllo o alla selezione applicassero le direttive concertate collegialmente prima, che avremmo avuto un ambiente migliore e soprattutto una cultura migliore!
Se i miei dubbi d’allenatore sono pochi nel campo della velocità...se parliamo di mezzofondo veloce i dubbi sono tantissimi e a volte lo sconcerto è quasi totale...trovo tutto ed il contrario di tutto...forse sarà perchè in questo settore sono meno esperto!
Partendo dal capitolo dedicato agli atleti d’élite di Arcelli e Dotti...i paragrafi danno risalto ad alcuni aspetti sotto riportati:

7.1 Le caratteristiche del “nuovo” specialista del mezzofondo veloce
7.2 Alcuni esempi di lavoro settimanale per lo specialista degli 800 metri
7.3 Alcuni esempi di lavoro settimanale per lo specialista dei 1500 metri
7.4 La gestione del periodo agonistico

Bibliografia riporta un solo autore
Schneider F. (1995) L’importanza del sonno per la rigenerazione e l’adattamento dell’atleta, SDS Rivista di Cultura Sportiva, Coni, Roma, n°33, pp. 28-35

Nel paragrafo dedicato agli 800isti ho estrapolato il seguente schema settimanale:

LUNEDI' salite fino a 100mt - prove lattacide sui 150mt
MARDEDI' resistenza aerobica 40' - tecnica di corsa + resistenza aerobica 60'
MERCOLEDI' / - progressivo 50' o 60'
GIOVEDì resistenza aerobica 30' - progressivo di 50' o 60'
VENERDIì' / - potenza aerobica mista: 4000mt
SABATO resistenza aerobica 50' - prove lattacide su distanze fine ai 600mt
DOMENICA tecnica di corsa: 10x100"

COMMENTO PERSONALE: ehm...... si. Ok... va bene... ciao!

"Riporto di seguito le note da allegare per il potenziamento:
Note di Novembre:
Lo sviluppo della forza avviene in direzione della resistenza
Le salite sono principalmente costituite da collinare
Le variazioni di velocità comprendono quelle della durata di 5’-6’ minuti
Note di Dicembre:
Vi è un ulteriore sviluppo della forza in direzione della resistenza
Le variazioni di velocità mantengono le stesse estensioni temporali (5’-6’ minuti)
Note di Gennaio:
Lo sviluppo della forza si evolve in direzione della potenza
La lunghezza delle salite è di 600-800 metri
Le variazioni di velocità mantengono si assestano tra i 3’-4’ minuti
Note di Febbraio:
Lo sviluppo della forza si mantiene in direzione della potenza, diminuendo quantità
La lunghezza delle salite è di 600-800 metri
Inalterate le variazioni di velocità (3’-4’ minuti)
Da marzo rimangono solo le salite, però nel capito dedicato alla forza riporta anche altro, non capisco il metodo?

Capitolo 5: L’allenamento alla forza
5.1...la resistenza alla forza...il paragrafo parla solo di considerazioni generali, ma non parla di esercizi, ripetizioni , carico e recupero.
5.2...i balzi in piano e i balzi in salita...il paragrafo parla di considerazioni generali e rimanda al volumetto sui balzi di Arcelli-Sassi.
5.3...il circuit-training... il paragrafo parla solo di considerazioni generali, ma non parla di quanti circuiti, quanti esercizi, ripetizioni, carico e recupero.
5.4...i più tipici lavori per la forza...nella moderna metodologia hanno un ruolo importante gli esercizi con sovraccarico, sia perchè permettono una precisa localizzazione del lavoro, sia perchè consentono rapidi sviluppi della forza.
Elenco esercizi analitici
Elenco esercizi con bilanciere
Per quello che riguarda l’entità dei carichi da utilizzare quando si voglia ottenere la migliore efficacia, risulta molto difficile, a causa delle notevoli differenze che esistono fra un corridore e l’altro, fornire valori assoluti (o valori espressi in percentuale del carico massimale per quell’esercizio)

Forse Arcelli e Dotti sono stati presi da amnesia durante la stesura di questo capitolo, ma vorrei ricordare che Carmelo Bosco nel 1992 aveva scritto un libro che per gli allenatori ancora oggi è considerata una sorta di bibbia: “La valutazione della Forza con il Test di Bosco”...nel suddetto libro per valutare la forza oltre la pedana di Bosco...consigliava tutta una serie di Dinamometri: isometrici, isocinetici ed isotonici computerizzati...un libro edito 10 anni dopo che asserisce che è difficile calcolare i carichi...mi sembra disinformazione e non cultura!

5.5...le salite: come utilizzarle nella maniera migliore...
5.6...i “lavori di forza” e il finale di gara...e si parla ancora di salite!

Bibliografia:
Arcelli E. (1995) Acido lattico e prestazione. Coopeativa Dante Editrice, Vigevano Arcelli E. (1997) La resistenza alla forza: componenti centrali e periferiche, SdS, Rivista di cultura sportiva, n°38, pagg. 11-18 aprile, aprile-giugno. Arcelli E. e Sassi R. (1982) I balzi nell’allenamento del mezzofondista. Quaderni di Atletica Leggera. Edizioni Atletica Leggera, Vigevano Bosco C (1990) Aspetti della preparazione fisica del calciatore. Società Stampa Sportiva Roma"

Io, che ho solo l'esperienza di atleta, rimarrei basita nella lettura di tali programmi, detto proprio sinceramente.

"L’esperienza come insegnante... non sempre prima impariamo e poi facciamo esperienza, nella realtà avviene spesso e volentieri il contrario.
• il libro di Bosco sulla Forza Muscolare è stato pubblicato nel 2002 (stesso periodo della pubblicazione Il Mezzofondo Veloce)...ma dicono due cose diametralmente opposte!
• Le basi fisiologiche e principi metodologici dell’allenamento nella corsa di resistenza di
Yuri Verkhoshansky contenute nel libro: “Le basi scientifiche dell’allenamento in atletica leggera” edito nel 2005...cito solo un pensiero riportato a pagina 100 del suddetto libro: dopo alcune pagine dove riporta i dati di numerosi studi sulla forza dei mezzofondisti asserisce...questi risultati mostrano che il corridore, che trascura il lavoro con sovraccarico, compreso il lavoro con i bilancieri, si condanna ad un lungo percorso verso l’alta prestazione e si priva della gioia della vittoria in pista.
Il mio viaggio virtuale a questo punto diventa un incubo e non più un cosa istruttiva...due tra i più grandi scienziati del potenziamento mondiale che dicono la stessa cosa e trovare il libro più venduto in Italia sul mezzofondo veloce nel 2011 che riporta altro, la cosa mi disorienta...dove sta la ragione?

Il dvd creato dopo la Convention di Ancona del 2008 riporta gli interventi di tutti i relatori...tra tutti penso che l’intervento del prof. Marcello Faina possa in tutti noi aver creato una grande riflessione...parlando di quanto la scienza ha a disposizione nel campo delle valutazioni neuromuscolari, metaboliche e tecniche...la sua esposizione, legata alle attrezzature più moderne dal punto di vista tecnologico, faceva fare un viaggio virtuale dentro la macchina umana affinché l’allenatore potesse uscire da questa sorta di tunnel immaginario con la visone chiara dell’atleta che sta allenando.

Prof. Charles Dillman...Direttore del centro ricerche biomeccaniche per il comitato olimpico americano a COLORADO SPRINGS...Dillman è stato il pioniere nell’uso dell’analisi computerizzata del movimento, attraverso il lavoro svolto con la squadra americana di sci e nel settore dell’atletica leggera ha elaborato software in grado di trasformare informazioni estremamente complesse in semplici direttive d’allenamento.
L’analisi computerizzata del movimento descrive la velocità di movimento degli arti. La portata di tale analisi può essere compresa considerando che la velocità degli arti interno a un’articolazione (per esempio la porzione superiore e inferiore della gamba intorno al ginocchio) è talmente elevata da dover essere misurata in gradi al secondo.

Queste informazioni venivano riportate in un libro edito nel 1986 dalla Sperling & Kupter dal titolo “SPORT”...gli autori erano due studiosi americani Robert Arnot e Charles Gaines!!!

Il una stanza del magazzino del CPO di FORMIA sono contenute migliaia di filmati del prof. Placanica. Chi in questi anni ha voluto smantellare il Centro Studi e la cultura sportiva in Italia ha un nome ed un cognome...ed è stato pure pagato...queste cose gridano vendetta ed è ora che qualche signore comodamente seduto sulla sua poltrona di pelle se ne renda conto!!!

L’unico procedimento che può fare la nostra mente per riprogrammare il proprio cervello è riprendere il proprio vissuto e farlo passare dentro una nuova lente che ne rilevi prima e ne visualizzi dopo il contenuto. Per rendere più semplice e comprensibile il discorso...la memoria permanente (cioè quello che noi sappiamo) è un grande hard disk contenente milioni di bit...il processore del nostro cervello che elabora le nuove informazioni è una sorta di floppy disk da qualche centinaio al migliaio di bit...impossibile dunque mettere un hard disk dentro un floppy disk (faremmo ridere tutto il mondo, bambini compresi)...noi con la cultura sportiva stiamo facendo questo, basta dare informazioni senza il benchè minimo criterio di come il discente selezione od elabora l’informazione....questo è un oltraggio alla cultura sportiva e una mancanza di rispetto al lavoro intellettuale dell’uomo.

Alcuni esempi pratici:

Giugno 2011...l’allenatore di KOMEN a Formia faceva fare ai suoi due 800isti...pesi + girate e strappi!...quello che mi è stato raccontato da questo gruppo di allenatori africani e quello che ho visto con i miei occhi nei 15 giorni passati gomito a gomito dentro al CPO di Formia non può non farmi pendere dalla parte di Bosco e Verkhoshansky.

Agosto 2011...volendo rimanere a casa nostra nei pochi ma costruttivi incontri a Bussolengo con il prof. Ghidini, mi sono reso conto che la cultura non manca nemmeno in Italia...spiegandomi il suo articolato prospetto per i mezzofondisti veloci, prospetto che altro non è che un metodo molto accurato ed articolato ricavato dalla statistica di anni di lavoro e studi “sul campo”...beh, le sue dieci paginette fanno impallidire il libro sul mezzofondo veloce, però queste dieci paginette non riportavano alcuna bibliografia come mai?....forse perchè il prof. Ghidini, come per il prof. Vittori, avendo allenato entrambi un Campione Olimpico ed uno Europeo possono omettere di corredare i loro scritti di bibliografia, così tanto cara al Centro Studi ed a una buona parte del mondo accademico che ha trattato lo sport solo virtualmente?

Quello sotto riportato è solo un mio pensiero...pensiero che dovrebbe essere però sviluppato collegialmente in un grande aula virtuale dove le intelligenze collettive si interfaccino con quelle connettive.
L’intelligenza collettiva...si ha quando ogni essere umano mette in comune o in sinergia le proprie conoscenze...il cyber-spazio è in grado di far comunicare tutti...questo va bene però per il computer...il cervello umano non può funzionale assorbendo in un’unità di tempo piccola grandi quantità di nozioni...va in tilt!!!...
I dati immagazzinati corrispondono ad un apprendimento zero, stanno semplicemente lì, senza subire cambiamenti: il tutto funziona come un correttore ortografico, corregge l’errore ma non ne modifica il contenuto.
Per non cadere nell’errore menzionato sopra, cioè mettere in rete una quantità di informazioni difficili da selezionale...i responsabili di questa area virtuale dovranno inserire il concetto di intelligenza connettiva.
L’intelligenza connettiva... definisce il computer come una estensione del nostro cervello, quindi l’informazione passa dal cervello al computer per alleggerire così la nostra mente e non il contrario come stiamo cercando di fare con la formazione “full immersion”.
L’intelligenza connettiva (webness) è una condizione cognitiva del nostro cervello che porta allo sviluppo e all’arricchimento di un nuovo tessuto culturale...ma non è la somma dei saperi collettivi!

L’intelligenza connettiva è una connessione aperta da persona a persona, che porta alla condivisione dei pensieri e progetti elaborati da altri.

Esempio pratico (parlo di velocità perchè mi è più semplice, ma il concetto vale anche per tutte le altre specialità e settori dell’atletica)...con un semplice tool, un programma software avrebbe potuto riunire nella nostra aula virtuale tutte le esperienze della scuola italiana della velocità dal 1969 ai primi anni ‘80...con allegate tutte le esperienze dei capi settore e dei vari allenatori dai primi anni ‘80 al 2011...con allegate tutte le esperienze dei vari allenatori che hanno fatto altro...Donati, Nocera altri che ora non mi vengono in mente...quello che mi viene però in mente è che chi aveva il compito di fare questo non l’ha fatto: più facile parlare delle miserie umane di tutti noi allenatori...mentre chi li dirigeva ha fatto necessità virtù per mantenere il posto...dove sta la cultura sportiva in questo ambito!!!
Se uso un tool in economia con un semplice click entro in un’aula virtuale dove trovo la legge del 1933, quella del 1988, quella del 2010...l’ultima gazzetta ufficiale...quanto vale il dollaro oggi...come stanno andando le borse!!!...pensate ad un esperto che lavora in borsa e deve investire milioni di euro...come farà a reperire tutte le informazioni che gli servono in pochi minuti? ...leggendo 2 libri che dicono l’esatto contrario?

Chi allena i figli degli altri non dovrebbe avere la stessa possibilità dell’operatore che lavora in borsa? Perdere soldi o guadagnarli è forse più importante che rovinare o costruire coscienziosamente un essere umano?

Un allenatore nato nel 1985 oggi ha 26 anni...la società a noi collegata è formata da uno staff di 7 allenatori...uno ha compiuto 30 anni quest’anno, il direttore tecnico passa la cinquantina, mentre tutti gli altri non raggiungono il 25° anno di eta.

Se proviamo a metterci nel panni di chi fa l’allenatore e non raggiunge il 25esimo anno di età... per diventare un allenatore aggiornato che percorso dovrà effettuare oggigiorno?
• Leggere un libro con una bibliografia che viene contraddetta dal libro successivo?
• Leggere gli articoli di Atletica Studi dove lo scienziato straniero parla da dentro una Università attrezzata con le migliori tecnologie e nell’orto della stessa università trova un impianto coperto di 400 mt con 8 corsie?

L’apprendimento nel nuovo millennio deve avere come priorità il cambiamento delle linee di condotta, del cambiamento dei valori e delle priorità...dobbiamo costruire nuovi modelli etici.

La mia speranza ed il mio augurio per l’Atletica Leggera Italiana sarebbe quella di dare la possibilità anche agli allenatori ed agli atleti che calpestano per davvero il tartan di poter contribuire alla costruzione di nuovi modelli etici-sportivi."



Che dire? Mi trovo in perfetta simbiosi con tutto quello che è stato detto. Però credo che cambiare questo modo di vedere la nostra atletica debba iniziare col cambiamento, o meglio, con la presa di coscienza degli atleti stessi. Dico questo perchè a volte mi sembra di vedere dei robottini che allo sparo pensano di saper cosa fare perchè "programmati" dai loro allenatori. Se però cambia una piccola variante l'atleta-robottino va in tilt ed è solo colpa sua. Io, come altre persone, ho un po' di anni di esperienza ormai e ho imparato a capire, anche sulla mia pelle, di chi fidarmi e di chi diffidare.
Fortunatamente io, in questa società, ho sempre avuto il modo e la libertà di ragionare con la mia di testa e di poter discutere liberamente: sia con tutti i miei compagni, sia con i membri dirigenziali. Chissà se succede così in tutte le società?! Dubito di no, ho potuto anche constatare tale situazione.

Io vorrei che questo nostro sport fosse più seguito qua in Italia, non solo a livello mediatico, ma anche dal punto di vista teorico-pratico. Mi spiego: vorrei un giorno sentir parlare del Signor Tal dei Tali, tecnico italiano di fama mondiale, capace di portare gran parte dei suoi atleti a livelli mondiali e per diversi anni. Vorrei che si parlasse degli allenatori italiani come dei loro atleti. Per questo credo che non basti un allenatore mediocre con un talentuoso atleta. Serve per forza un livello identico, per poter camminare allo stesso passo, sulla stessa strada, verso gli stessi obiettivi..............

sabato 1 ottobre 2011

INTRO: the end

Con la palestra di questa mattina termino le 2 settimane di lavoro introduttivo.
Da lunedì si ricomincia, con molta calma ma con tanta voglia di faticare: yeah!

Il programma per i prossimi mesi è già stato pre-impostato. Non sarà ancora definitivo ma a grandi linee si sa su cosa si deve lavorare. A Formia ci andremo purtroppo solo a partire da gennaio perchè stanno rifacendo tutta la pista outdoor e anche il tunnel. Soluzioni alternative non se ne sono trovate se non Ancona. Adesso vedremo...

Avrei tante cose da scrivere. Ma mi trattengo perchè sarebbe un po' sprecato parlarne ora. Ogni cosa a suo tempo.

Buon domenica, a presto.