Quante sorprese ci sta regalando l' atletica a queste Olimpiadi londinesi:
- un bianco americano secondo nei 10000mt
- Sanchez, indiscusso dominatore dei 400hs
- infortunio di Merrit nelle batterie dei 400 (ma era già acciaccato)
- Xiang con l'ennesimo crac al tendine
- la Felix che corre anche i 100mt
- il britannico che vince il salto in lungo
- l' Isimba che arriva "solo" 3°
- il nuovo record olimpico di Bolt sui 100
- ed infine la squalifica per doping di Schwazer, campione olimpico di marcia a Pechino 2008.
Quest'ultimo punto mi fa pensare da ieri. Mi fa riflettere sulla sua condizione mentale perchè cedere al doping è sicuramente sintomo di una debolezza interiore non indifferente.
E come ho scritto ieri su facebook: "...io
capisco l'agonismo, capisco la voglia di vincere e capisco, nel mio
piccolo (ma piccolo piccolo) mondo che a volte le aspettative che la
gente ha su di noi sono triplicate rispetto a quello che noi stessi
vogliamo raggiungere. E quindi la paura di deludere gli altri e noi
stessi diventa immensa. MA NON CAPISCO come l'uso di "scorciatoie" o
"trabocchetti" possa renderci soddisfatti delle "imprese" compiute
grazie a quei sotterfugi. NON CAPISCO come un atleta dedito ai
sacrifici, agli allenamenti, agli sforzi fisici/mentali possa arrendersi
di fronte al doping. Ogni volta che un atleta cede a questa bestia non
dovrebbe più essere considerato tale.
Sono curiosa di conoscere chi c'è dietro a tutta sta storia perchè sicuramente Schwazer non era da solo... Sembra inoltre che numerosi atleti azzurri presenti a Londra siano seguiti dallo stesso medico...
La verità verrà a galla...
Questo è un evento molto negativo per l'atletica italiana e lo sport in generale. Non sono dispiaciuta ma veramente molto arrabbiata: chi si dopa bara e non è meritevole di indossare i colori azzurri e di rappresentare la Nazione alle Olimpiadi.
C'è gente che si allena duramente per tutta la vita per inseguire il sogno a 5 cerchi... queste persone magari non vinceranno mai una medaglia olimpica ma saranno il vero esempio da seguire.
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